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BigData: una risata li seppellirà
Se pensate che i vostri dati siano al sicuro perché non avete nulla da nascondere, sappiate che nemmeno un panda ha qualcosa da nascondere, eppure è una specie protetta! Parliamo di bigData, una cosa che suona futuristica ma che in realtà sta già divorando informazioni più velocemente di quanto faccia io con la pizza. Vediamo insieme cosa sono, perché dovrebbero interessarvi (spoiler: vi riguardano, eccome) e come non farvi mangiare vivi.

Cosa sono i bigData?
Non è un mostro alieno, anche se a volte gli assomiglia. I bigData sono montagne di informazioni raccolte dalle nostre attività online: ogni like, ricerca, passeggiata, contatto con persone, aperitivo consumato al bar, scalinata ripida, messaggio inviato, messaggio NON inviato, acquisto online, acquisto NON online, fatti con lo smartphone in mano o in tasca, acceso o in standby, finisce in questo calderone digitale. Le grandi aziende tecnologiche (che i seguaci chiamano bigTech, e noi chiamiamo affettuosamente “la Bestia“) adorano questi dati. Li usano per sapere quanto siete disposti a sborsare, per vendervi cose che non sapevate di volere e, se non state attenti, potrebbero persino sapere cosa volete, prima di voi.

Non preoccupatevi (vabbè, forse un po’ sì)
Pensavate che la vostra cronologia fosse segreta? Beh, indovinate: non lo è. E non si tratta solo di sapere che avete cercato “come fare colpo su una persona vegana anche amando la pancetta”. I dati raccolti raccontano chi siete, cosa fate e persino cosa potreste fare in futuro. Perché, dopo essere stati raccolti, sono elaborati da una potente intelligenza artificiale, che li confronta con milioni di altri set di dati, e da essi ricava delle previsioni sul vostro comportamento, semplicemente basandosi sul comportamento di una massa enorme di persone che avevano dati simili ai vostri. Fa paura? Un po’. Ma più che altro è un motivo per imparare a giocare meglio questo gioco.

Dove finiscono i vostri dati?
Social Media: Facebook e Instagram non sono vostri amici. Avete presente la vostra conoscente pettegola che si finge vostra amica, e poi sparla di voi in ogni momento utile con chiunque? Ecco, quella è una dilettante a confronto dei social media. Questi raccolgono ogni like, commento e foto del vostro gatto, li conservano gelosamente, e li usano per spillarvi ogni quattrino dal conto in banca.
Motori di Ricerca: Google sa tutto, anche le domande che vi vergognate di fare al vostro migliore amico.
App di Fitness: Misurano passi, battiti cardiaci e, volendo, anche quanto ci mettete a salire una scala… e poi vendono queste info al miglior offerente.
Diciamolo: bigTech vi conosce meglio della vostra mamma. Ma mentre lei usa queste informazioni per prepararvi il vostro piatto preferito, loro le usano per bombardare di pubblicità o influenzare le vostre scelte. Non proprio carino, vero?

“Ma io non guardo la pubblicità!”
Certo. Lo dicono tutti. Lo dicevano tutti anche negli anni ’80. Poi un sessuomane brianzolo, partendo da una stazione TV, costruì un impero mediatico grazie alla pubblicità. E oggi, guardate qui: https://companiesmarketcap.com/. Tra le dieci maggiori aziende per valore di borsa, ben nove (9!) sono bigTech. Solo una non lavora per il web, vende petrolio, ed è al sesto posto. Se veramente non badassimo alla pubblicità, da dove verrebbero fuori questi fiumi di denaro?

“E vabbè, ma se conoscono quello che mi interessa, che c’è di male?”
Non si tratta di conoscere nel dettaglio i vostri interessi, si tratta di conoscerli prima di tutti gli altri. Molto spesso, prima di voi stessi. E questo significa tagliare fuori tutta la concorrenza. Chi ha i server, chi ha l’Intelligenza Artificiale, chi ha le architetture persuasive, vende. Gli altri chiudono. Per questo le aziende scompaiono, o vengono acquisite dai colossi. Per questo ciascuno di noi rischia il posto di lavoro come mai prima d’ora. Per questo, tra le dieci maggiori aziende per valore di borsa, ben nove (9!) sono bigTech, eccetera eccetera (vedi il paragrafo qui sopra). E non si tratta solo di proporvi quello che vi piace al momento giusto: il vero guadagno lo si fa chiedendo come contropartita il massimo prezzo che voi potete pagare in quel momento, in base a reddito, liquidità, stato psicofisico, umore. Provate a navigare anonimi (come si fa? vedi sotto), e vedrete quanto risparmiate!

Etica? Quale etica?
Gli algoritmi non sono perfetti (anzi, a volte sembrano scritti da un gatto che cammina sulla tastiera). Possono essere discriminatori e poco trasparenti, il che significa che potrebbero decidere chi ottiene un mutuo e chi no, senza che nessuno capisca perché. Forse è ora di chiedere qualche spiegazione.

Come fregare il sistema, con ironia
Non serve trasferirsi in una capanna nei boschi per proteggere la vostra privacy. Bastano alcuni trucchi intelligenti:
Browser Alternativi: Provate Brave o Tor. Sono come cappotti dell’invisibilità per il web.
Motori di Ricerca: DuckDuckGo, StartPage, AstianGo. Ma davvero usate ancora Google?
VPN: Cambiate la vostra posizione digitale come farebbe un agente segreto.
Impostazioni e Permessi: L’ABC della Privacy. Non cliccate “Accetta tutto” come se fosse il pulsante per vincere alla lotteria. Disattivate la geolocalizzazione, controllate i permessi delle app e tenete d’occhio chi può vedere cosa. E usate exodus-privacy!
Chat Sicure: Conversations e le sue sorelle XMPP: Perfette per chi vuole messaggiare senza sentirsi spiato.
Educazione: Meglio sapere che subire. La privacy non è solo roba da nerd. È qualcosa che tutti dovrebbero capire, insegnanti e studenti inclusi. Un po’ di consapevolezza oggi può salvarvi da problemi domani.
Fake News: I dati possono essere usati per creare e diffondere bufale. Come difendersi? Verificate sempre le fonti e, se una notizia sembra troppo assurda per essere vera, probabilmente non lo è.
Smartphone: esistono dispositivi liberi da Google e da Apple. Chiedete informazioni a EXIT.
Privacy: Difendere i vostri dati non significa essere paranoici, significa essere svegli. La privacy non è solo un dettaglio legale: è il vostro biglietto per rimanere liberi in un mondo che cerca di incasellarvi.

Conclusione: Attivatevi, ma con un sorriso! Non è necessario trasformarsi in hacker o attivisti incappucciati. Bastano poche buone abitudini e un po’ di buon senso per rendere la vostra vita digitale più sicura. Quindi, proteggete i vostri dati… e magari condividete questo articolo con un meme ironico. Perché proteggersi è importante, ma farlo con un po’ di ironia è ancora meglio!

E ricordate: non siete soli. Esistono gruppi che offrono un po’ di tecnologia libera, per poter ottenere un mare di libertà. Uno di questi è EXIT (https://www.3x1t.org/exit/chi_siamo/). Iscriversi (o rinnovare l’iscrizione) costa 25 euro l’anno. Ma permette di mantenere il server che offre servizi e account liberi, che non vengono spiati, e i vostri dati (“littleData“, perché il nostro è un incitamento alla sobrietà) sono al sicuro.

Diffondete questo messaggio come un meme (in pdf)

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