Avrete sicuramente notato la svolta ‘a pagamento‘ delle principali testate giornalistiche nazionali e internazionali. La cosa ha scatenato in me notevole irritazione, soprattutto alla luce del film “Il figlio di Internet“, dedicato ad Aaron Swartz.
Ho riflettuto molto sull’argomento, anche perché l’idea di pagare per il lavoro dei professionisti dell’informazione non mi dispiace affatto. Il problema nasce con siti web come La Repubblica, che di recente è passata alla famiglia Agnelli-Elkann. Ecco: più che pagare gli stipendi ai giornalisti, col mio eventuale contributo andrei a finanziare una delle dinastie di potere economico-politico più importanti d’Italia. Non è esattamente il massimo.
A fugare ogni dubbio, c’è il fatto che il paywall non è un ‘coso‘ che verifica se siete abbonati, e a seconda del risultato vi indirizza alla pagina pubblica, che contiene solo titolo, foto e introduzione, o in alternativa a quella a pagamento, che contiene tutto il contenuto. No: il sistema scherma al lettore la lettura dei contenuti nascosti.
In altre parole, il vostro dispositivo scarica tutto l’articolo, ma ve ne fa leggere solo una parte, a meno che non abbiate pagato. Abbastanza antipatico, nevvero? E perché, di grazia, un sito web dovrebbe adottare questo bizzarro e odioso comportamento? Semplice: perché vuole uovo, gallina e cul caldo. Vuole che solo chi paga abbia accesso ai contenuti (uovo), ma allo stesso tempo (gallina) vuole che i motori di ricerca indicizzino tutto l’articolo, non solo la parte resa pubblica, perché altrimenti avrebbero il ranking basso, tipico di chi non espone pubblicamente i propri contenuti. In questo modo, l’utente, che siate voi o Google, accede alla pagina per intero. Ma gli esseri umani non riescono a leggere per colpa di uno sbarramento del ‘foglio di stile’. Invece, lo spider di Google non avrà problemi, perché non legge con gli occhi da uno schermo.
Non contento di tutto ciò, il nostro bel sito vi bombarda di pubblicità come se foste l’ultimo acquirente rimasto sulla terra, imponendovi pure di disattivare l’Adblock (cul caldo). Tutto ciò mi ha fatto capire di essere vittima di un imbroglio, per cui ho abbandonato ogni remora etica: craccare o aggirare questo sistema è giusto e doveroso.
Bene, se avete letto fin qua, vi aspettate che io abbia risolto questo problema. Per una volta, non vi deluderò. Per prima cosa occorre installare il plugin per Firefox Bypass Paywalls Firefox Clean. Mi raccomando, non usate mai le app (vedi Tracker nelle app: cosa sta succedendo in Rete?), ma accedete ai servizi web tramite un browser, che non deve essere Chrome e che sia preferibilmente Firefox.
Il plugin è veramente ben fatto, e vi dà una copertura abbastanza ampia di periodici online nazionali e internazionali. Purtroppo, ogni paywall fa storia a sé, e le impostazioni predefinite danno qualche problema. Niente paura: il sistema è ampiamente personalizzabile, e io non ho avuto difficoltà a configurare l’odiata Repubblica.
Nelle impostazioni del plugin, cliccate su “Custom sites”, aggiungete, anche se è già presente nell’elenco, la Repubblica (repubblica.it), spuntate le caselle googlebot, allow_cookies e block_javascript_extreferer, lasciando non spuntata la casella block_javascript. L’immagine allegata potrebbe aiutarvi (clic sull’immagine per ingrandirla). Cliccate Add e il gioco è fatto. Il plugin vi metterà un’icona in alto a destra raffigurante (con molta fantasia) un giornale sormontato da una scritta ON arancione o una scritta OFF blu, che può essere cambiata cliccandoci sopra. Di regola, accedete al sito lasciando OFF, così potrete vedere le immagini, e selezionate ON solo quando vi impediranno la lettura. Potrebbe essere necessario, in questo caso, ricaricare la pagina o tornare indietro di una pagina (freccetta a sinistra).
Buona lettura, ricordando che si tratta di un organo ufficiale di una potente famiglia italiana, con importanti intrallazzi economici e politici, per cui bugiardo per natura. Può però essere interessante, sia perché ci scrivono delle belle penne, e ogni tanto ci imbroccano, sia perché è sempre bene sapere cosa pensa il nemico.
Per risolvere il problema del cul caldo, ovvero la tempesta di fastidiosissimi banner pubblicitari, la mossa attualmente migliore è disattivare Adblock Plus su questo sito, e attivare un adblocker non conosciuto. Io uso e consiglio sfegatatamente il plugin AdNauseam, che ha anche una serie di caratteristiche molto interessanti. Ma ne parleremo un’altra volta.
Alla prossima.