Siri ti ascolta, eccome!

Apple ha deciso di iniziare il 2025 col botto… o meglio, sborsando un assegno da 95 milioni di dollari. La questione riguarda Siri, l’assistente vocale che evidentemente ha un grande interesse per le conversazioni private degli utenti. Pare che Siri non si accontenti di rispondere a “che tempo fa?” ma si diverta a origliare chiacchiere su scarpe, cene a lume di candela, appuntamenti galanti e perfino appuntamenti dal dottore.

Secondo un accordo preliminare, milioni di statunintensi potrebbero ricevere fino a 20 dollari a dispositivo, a patto di dichiarare che Siri è stato attivato accidentalmente durante conversazioni riservate. Ma attenzione: tutto dipende da quanti si faranno avanti per reclamare la loro fetta di questa torta (vabbè, 20 dollari, è più un biscotto che altro).

Se sei uno yankee, e possiedi un iPhone, iPad, Mac o Apple Watch e ti piaceva chiacchierare con Siri tra il 17 settembre 2014 e il 31 dicembre 2024, complimenti: potresti essere idoneo. Ma c’è una piccola condizione: devi giurare che Siri ha origliato per sbaglio le tue conversazioni. Hai parlato di Air Jordan Sneakers e ti sono apparse pubblicità di scarpe? Siri ha ascoltato. Ti sei confidato col medico e hai visto annunci di trattamenti chirurgici? Siri ha ascoltato.

Ah, e se pensi che 20 dollari siano pochi, ricordati che potresti riceverne ancora meno se tutti decidessero di partecipare. È quasi come una lotteria… ma senza il divertimento.

Diciamocelo, sono molte le persone che hanno avuto almeno una volta quell’imbarazzante momento in cui Siri, o una delle sue sorelle made in Google o Amazon, si attiva senza essere invitata. Però, pensandoci, forse è anche colpa degli utenti: noi di EXIT avevamo previsto che l’assistente vocale avesse orecchie un po’ troppo grandi, e per nostra natura istituzionale, non ci fidiamo.

Ovviamente, Apple non è l’unica nel club dei curiosoni digitali. Google sta affrontando una causa simile in California. Pare che anche l’Assistente Google si sia dilettato nel collezionare frammenti di conversazioni. Insomma, la prossima volta che parli con il tuo dispositivo, ricordati che potrebbe esserci un piccolo “spione” ad ascoltare.

Mentre Apple paga per mettere a tacere questa faccenda, una cosa è certa: Siri ci ha dimostrato che degli smartphone eterodiretti non ci si può fidare. Forse è meglio iniziare a trattarli con un po’ più di diffidenza. Magari la prossima volta che ti capita di confidarti con Siri, ricordati di chiedere: “Ma tu, alla fine, di chi sei, e per chi lavori davvero?

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