Tutti senza lavoro. Il WEF e la rivoluzione dell’intelligenza artificiale

Il futuro del lavoro, secondo il WEF, potrebbe essere più distopico di quanto pensassimo. Entro il 2030, l’IA non solo avrà un ruolo predominante, ma potrebbe rendere superflui molti lavori intellettuali. L’alba di una nuova era o l’inizio di una moderna rivolta luddista?

Avete presente il WEF (World Economic Forum)? Ma sì, il club esclusivo degli ultraricchi, quelli che non sanno cosa fare con il loro tempo libero, e cercano di condizionare il mondo senza uno straccio di mandato elettorale. Ogni anno si riuniscono a Davos, in Svizzera, una località tanto remota quanto chic, per discutere di come risolvere i problemi del mondo… problemi che, guarda caso, spesso hanno creato loro.

Con un cocktail in una mano e l’ultimo gadget tech nell’altra, questi signori dell’élite economica e politica globale discutono di sostenibilità, crescita inclusiva e futuro del lavoro. Parole che mascherano il vero obiettivo, ovvero rendere il pianeta un loro parco giochi privato, dove l’innovazione tecnologica serve solo a consolidare il potere di pochi.

E poi c’è l’IA, il nuovo giocattolo preferito del WEF. Secondo loro, l’intelligenza artificiale sarà la chiave per un futuro prospero. Traduzione? Licenziamenti di massa e un esercito di macchine che lavorano 24/7 per massimizzare i profitti. Certo, promettono di “riqualificare” i lavoratori, ma ci viene il dubbio: sarà un corso su come “prenderla bene” mentre si viene defenestrati?

Il WEF ama dipingersi come un faro di speranza per l’umanità, ma per molti sembra più una multinazionale senza scrupoli travestita da organizzazione filantropica. Il loro mantra? Simile a quello del Megadirettore Galattico di Fantozzi: “Andrà tutto bene… per noi.

L’ultima trovata del WEF è l’edizione 2025 di “Future of Jobs“, un rapporto di esperti con, purtroppo per noi, un’idea molto chiara: meno esseri umani, più macchine. Una visione che fa venire i brividi. Il 41% delle imprese intende ridurre il personale umano a favore dell’intelligenza artificiale, mentre il 77% prevede di “riciclare” i dipendenti rimasti per collaborare con queste macchine.

Non è solo un cambio di strumenti: è un cambio di paradigma. Come spiega il WEF, “i progressi nell’IA e nelle energie rinnovabili stanno trasformando il mercato del lavoro”. Ma non per tutti: i grafici e i designer, ad esempio, sono tra i primi a subire il contraccolpo.

Dove l’IA brilla per efficienza, a pagare il prezzo sono i lavoratori che si occupano di attività ripetitive o altamente standardizzate. Addetti alle buste paga, segretari esecutivi e persino impiegati postali sono già sull’orlo del baratro. Non è un caso che questi ruoli siano ormai considerati tra i più a rischio di estinzione, secondo il rapporto.

Quello che sorprende è che anche professioni che richiedono abilità intellettuali iniziano a subire la concorrenza delle cosiddette GenAI (Intelligenze Artificiali Generative). E mentre i datori di lavoro gioiscono per i risparmi, pochi si preoccupano della creatività limitata o degli errori che queste tecnologie possono generare.

In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, emergono nuove figure professionali. Quelli che sapranno progettare e ottimizzare strumenti di IA saranno i veri vincitori. Infatti, il 70% delle aziende cerca esperti di intelligenza artificiale, mentre il 62% punta a reclutare professionisti in grado di lavorare a stretto contatto con queste tecnologie.

Non è un caso che i licenziamenti nel settore tech siano già in aumento. MSN (la branca di Microsoft che si occupa di servizi Internet) ha sostituito redattori con algoritmi nel 2020. Dropbox e Duolingo hanno recentemente fatto lo stesso, dimostrando quanto velocemente le macchine possano soppiantare l’uomo.

E il WEF? Mentre celebra i benefici dell’IA, dimentica di approfondire le sue conseguenze più problematiche. Licenziamenti di massa, concentrazione del potere tecnologico e rischi ambientali legati alla gestione delle infrastrutture digitali. Certo, parlano di energie rinnovabili, ma chi si preoccupa dell’impatto energetico degli enormi data center necessari per addestrare questi algoritmi? (Ne abbiamo parlato qui).

La transizione verso un mondo dominato dall’IA è inevitabile, lo sappiamo e non serve che ce lo dica il WEF. Siamo di fronte a una rivoluzione che richiederà il nostro massimo impegno per mantenere il controllo sul nostro destino. Niente lavoro, ma come si campa? Guardiamo con attenzione agli esperimenti su forme alternative di reddito (ne abbiamo parlato qui).

Se l’articolo ti è piaciuto, valuta la possibilità di entrare nella nostra rete e/o sostenerci: Exit, chi siamo

2 pensieri riguardo “Tutti senza lavoro. Il WEF e la rivoluzione dell’intelligenza artificiale”

  1. Questo fine settimana ascoltavo in macchina alla radio un servizio sul Consumer Elettronic Show 2025 tenutosi qualche giorno fa a Las Vegas.

    Si evidenziava che oltre alle ormai abituali mirabolanti nuove meraviglie elettroniche (computer, tablet, smartphone) fossero presenti delle “nicchie” davvero interessanti… auto elettriche, robotica, manufactoring.

    Queste ultime 2 in particolare convergevano dando luogo alla prossima dilagante tendenza… la r o b o f a c t o r i n g, Luoghi di produzione di beni quasi senza umani governati da intelligenza artificiale (leggasi operatori computazionali statistici avanzati) dove scorrazzano 24h/7gg imperterriti ed efficientissimi robot.

    I conduttori si interrogavano, come il mondo imprenditoriale potesse affrontare questa nuova “sfida”, dove potesse attingere al (pochissimo) personale con le competenze necessarie, come re-disegnare i reparti, le postazioni, quali fossero le forme di incentivazione da far arrivare alle imprese e come applicarla, se il tessuto imprenditoriale italiano fosse pronto anche “culturalmente” a questa nuova rivoluzione così impegnativa da affrontare.

    Un argomento però non hanno toccato. Come gli umani si guadagneranno da vivere senza il reddito proveniente dall’attuale forma di occupazione…..e quindi una domanda mi risuona in testa…. stiamo progettando / preparando un mondo senza di NOI… ma NOI che faremo in quel mondo?

    …..mi sa che ce lo dirà un’operatore computazionale statistico avanzato….

  2. Carissimi grazie per lo stimolo del tuo articolo. Da sociologo mi verrebbe da dire alcune cose:
    1. fine della schiavitù del lavoro ( in sostituzione dei patrizi e plebei prima e poi la schiavitù della gleba – terra)
    2. ridisegno di un nuovo stato sociale in cui le persone vengono mantenute dalle macchine
    3. sembra un film già visto, Noi di Zamiatin, Brave new world di Axley per finire con il film Matrix
    4. i processi di questo tipo sono acceleranti ed alienanti (Rosa Hartmut – Accelerazione e alienazione oppure Zygmunt Bauman L’uomo nella globalizzazione)
    5. Il sistema governerà anche i governanti, con logica razionale e calcolo economico. Peccato che l’uomo non sia un calcolo , ne un’equazione o algoritmo economico.
    6. La nuova dittatura economica, che nasconde i veri interessi, ma il controllo della popolazione umana come nel film The Asylum

    grazie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *